L’incidenza delle malattie reumatiche
Le Malattie Reumatiche sono ancora poco conosciute e per questo diagnosticate in ritardo, rappresentando un vero flagello per la popolazione di ogni età. Eppure la loro incidenza è molto alta. Se si considerano i casi diagnosticati, basti pensare che sono 350 mila le persone che in Italia soffrono di artrite reumatoide (che di solito esordisce tra i 25 e i 50 anni di età, colpendo più le donne rispetto agli uomini, con un rapporto 3:1.) e 300.000 gli italiani affetti da artrite psoriasica (che generalmente colpisce tra i 30 e i 50 anni, senza alcuna differenza di sesso).
E se è vero che le malattie reumatiche possono colpire l’osso, come nel caso dell’osteoporosi, e l’osso adiacente la cartilagine articolare (come avviene nelle varie forme di artrite, oppure nell’artrosi), non va però dimenticato che le malattie reumatiche più gravi possono colpire anche i muscoli e alcuni organi vitali come il polmone, il rene e il cuore. Queste conseguenze sono riscontrabili in alcune connettiviti come Sclerodermia, Lupus e Polimiosite.
L’identificazione di differenti scenari clinici sulla base delle manifestazioni cliniche predominanti, cutanee e ungueali, articolari (periferiche, assiali) ed extra-articolari (uveite, malattie infiammatorie intestinali) e della loro severità (lieve, moderata, grave), costituisce un razionale largamente condiviso dalla comunità scientifica e un passaggio imprescindibile per definire in modo mirato e personalizzato la strategia terapeutica più appropriata, secondo un approccio multidisciplinare.
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